…di fronte all’Amore…

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Omelia di Don Renzo nel suo giorno di Ringraziamento: 27 giugno 2014

           È consolante cari fratelli, ascoltare queste parole della liturgia in questo giorno così solenne in cui celebriamo l’amore di Dio. Perché il cuore, il sacro cuore, il Sacratissimo cuore di Gesù è lo scrigno meraviglioso dal quale esce l’amore di Dio e la sua volontà. Le ragioni del cuore sono spesso sconosciute alle ragioni della nostra mente. Dio è pieno di amore. Il suo cuore non è come il nostro, a volte pieno di passione ed istinti. Il nostro cuore è stato detto ė spesso un groviglio di vipere. Ma il cuore di Dio è soltanto pieno di amore, pieno d’immenso amore per ciascuno di noi.

         È consolante ascoltare queste parole della liturgia: “l’amore di Dio è per sempre” (Sal102). Nonostante le nostre infedeltà, nonostante la nostra pigrizia, nonostante il nostro egoismo, la nostra lontananza ed indifferenza, il suo amore è per sempre. Dio è sempre vicino a noi. Dio cammina accanto a noi. Egli è il Dio che si è fatto uomo ed è presente in mezzo a noi con la sua parola con i suoi segni e con la sua presenza, misteriosa ma inconfondibile, nel volto dei poveri, dei sofferenti e di coloro che camminano accanto a noi. Nel volto dell’uomo: Dio si è fatto Uomo. Il suo amore è per sempre perché possiamo riscontrarlo e scoprirlo, amarlo ed adorarlo nel volto di ogni uomo. Ecco fratelli, sono queste le considerazioni che scaturiscono dal cuore in questa Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

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Il Papa: oggi ci sono più martiri cristiani che nei primi secoli

ci sono più martiri cristiani che nei primi secoli
      Tratto dell’omelia del Papa Francesco della Santa Messa concelebrata da Don Renzo nel 30 giugno 2014.

Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli: è quanto ha detto Papa Francesco a Santa Marta, presiedendo la Messa nel giorno in cui si fa memoria dei Santi Protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l’incendio di Roma nel 64.

      La preghiera all’inizio della Messa ricorda che il Signore ha “fecondato con il sangue dei martiri i primi germogli della Chiesa di Roma”. “Si parla della crescita di una pianta“ – ha affermato Papa Francesco nell’omelia – e questo fa pensare a quello che diceva Gesù: “il Regno dei Cieli è come un uomo che abbia gettato a terra il seme, poi va a casa sua“ e – dorma o vegli – “il seme cresce, germoglia, senza che lui sappia come“. Questo seme è la Parola di Dio che cresce e diventa Regno di Dio, diventa Chiesa grazie alla “forza dello Spirito Santo“ e alla “testimonianza dei cristiani“:

      “Sappiamo che non c’è crescita senza lo Spirito: è Lui che fa la Chiesa, è Lui che fa crescere la Chiesa, è Lui che convoca la comunità della Chiesa. Ma anche è necessaria la testimonianza dei cristiani. E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte, lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue“.

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