Omelia di Don Renzo nel suo giorno di Ringraziamento: 27 giugno 2014
È consolante cari fratelli, ascoltare queste parole della liturgia in questo giorno così solenne in cui celebriamo l’amore di Dio. Perché il cuore, il sacro cuore, il Sacratissimo cuore di Gesù è lo scrigno meraviglioso dal quale esce l’amore di Dio e la sua volontà. Le ragioni del cuore sono spesso sconosciute alle ragioni della nostra mente. Dio è pieno di amore. Il suo cuore non è come il nostro, a volte pieno di passione ed istinti. Il nostro cuore è stato detto ė spesso un groviglio di vipere. Ma il cuore di Dio è soltanto pieno di amore, pieno d’immenso amore per ciascuno di noi.
È consolante ascoltare queste parole della liturgia: “l’amore di Dio è per sempre” (Sal102). Nonostante le nostre infedeltà, nonostante la nostra pigrizia, nonostante il nostro egoismo, la nostra lontananza ed indifferenza, il suo amore è per sempre. Dio è sempre vicino a noi. Dio cammina accanto a noi. Egli è il Dio che si è fatto uomo ed è presente in mezzo a noi con la sua parola con i suoi segni e con la sua presenza, misteriosa ma inconfondibile, nel volto dei poveri, dei sofferenti e di coloro che camminano accanto a noi. Nel volto dell’uomo: Dio si è fatto Uomo. Il suo amore è per sempre perché possiamo riscontrarlo e scoprirlo, amarlo ed adorarlo nel volto di ogni uomo. Ecco fratelli, sono queste le considerazioni che scaturiscono dal cuore in questa Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Cinquant’anni fa, io fui ordinato sacerdote proprio in questa chiesa, da Mons. Felice Beccaro: i più vecchi si ricorderanno. Cinquant’anni fa, il Signore consacrò questo essere umano, questa persona.. lo consacrò perché fossi nel mondo un ministro del suo amore, della sua misericordia. Allora, avevo 23 anni… e con una certa incapacità di comprendere il significato profondo di quello che stavo facendo, del ‘Sì’ che avevo dato a Dio, il quale mi avrebbe mandato nel mondo per essere il suo testimone, il suo ministro. E allora, ecco mi tornano a questo proposito, utili le parole che leggiamo nel libro del Deuteronomio: quando Mosè parlò al popolo, disse: “Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra”(Dt 7,6). Ecco il Dio che nel suo amore preveniente sceglie gli uomini, quella scelta che noi chiamiamo Vocazione, che si realizza nel momento in cui diciamo ‘Sì’ di fronte al vescovo e alla comunità cristiana. A 23 anni con un po’ di temerarietà dissi di ‘Sì’!. Ho cercato di essere fedele in questi 50 anni a questo ‘Sì’ che pronunciai allora. Certo, il sentiero della vita a volte è difficile e non è semplice. Camminai in mezzo a mille e mille difficoltà… eppure il Signore mi ha preservato. Perché l’amore del Signore è per sempre!.
Ho fatto l’esperienza dell’amore di Dio nei miei confronti; ho fatto l’esperienza della Sua misericordia per la mia fragilità. Ed è stata la sua misericordia che mi ha permesso di guardare con fiducia al popolo a me affidato, alle persone che ho incontrato.
“Il Signore si è legato a voi”, dice la Bibbia, “non perché siete numerosi”. Vuol dire: non perché siete più importanti degli altri ma proprio perché “siete il popolo più piccolo!” (Dt 7,7). Perché siete nullità!. Ed è vero!. Nel mondo quando si fa l’esperienza dell’amore di Dio e della sua misericordia, ci si sente nullità, è facile professare la nostra nullità e predicare i nostri patimenti, le nostre incapacità di rispondere positivamente all’amore di Dio, ma per grazia di Dio!. Mi disse una volta un sacerdote con quale mi confessavo: “per grazia di Dio, qualcosa di buono avrai fatto?” ed io dissi: “spero di sì!, il Signore mi ha aiutato!”.
In cinquant’anni spero di aver fatto qualcosa di buono: e grazie a lui, non alle mie capacità. E allora, ecco di fronte a queste parole del Signore, davvero questa sera mi sento un po’ confuso. Mi confonde l’amore di Dio che mi permette di celebrare questi cinquant’anni nella solennità del suo Cuore pieno d’amore. Confuso di fronte all’amore di Dio che mi ha coperto con la sua misericordia, sempre!. Dice bene il santo padre: “Non vi stancate mai di chiedere perdono a Dio!”. E Dio non si stanca mai a perdonarci, amarci e farci sentire la sua vicinanza. Mi confonde l’amore di Dio davvero, perché mi sembra immeritato!. Mi confonde il vostro affetto cari amici, cari fratelli che siete venuti qui a celebrare questi cinquant’anni del mio sacerdozio, per ringraziare Dio con me, per tutte le meraviglie che anche attraverso di me, sia pure in piccola parte, può aver compiuto nel cuore di qualche persona. Mi confonde anche il vostro amore perché, mi sembra di essere incapace di poterlo restituire.
Ho fatto sempre del mio meglio, così si dice. Non ho mai fatto del male a nessuno per quanto ne sono stato consapevole. Cercherò di continuare a non fare del male a nessuno. E se qualche cosa di buono potrà uscire dalla mia presenza in mezzo a voi nel tempo che mi resta – ormai il tempo è ristretto!.“Ho consumato la mia corsa”, diceva San Paola: “…ho conservato la fede, ma la mia corsa è ormai al termine-, sarò grato alla vita. E allora che Dio mi dia la forza se non proprio di correre, ma di camminare ancora un po’ in mezzo a voi cercando di essere strumento di bontà, di pace e di amore.
Ringrazio Dio per aver fatto di me uno strumento del suo amore e della sua misericordia. Ringrazio voi che mi accogliete continuamente e che mi volete bene e ringrazio anche quelli che non mi conoscono, che non hanno motivo di apprezzare la mia presenza, perché magari non sono cristiani, perché sono lontani, perché sono disinteressati. Li ringrazio se quando li incontrerò, sapranno darmi un segno amico d’accoglienza. Ecco, i pensieri che sono presenti nel mio cuore in questa sera in cui sono chiamato a ringraziare Dio, per cinquant’anni del mio sacerdozio. Ringrazio i miei confratelli che sono venuti a concelebrare con me il Signore. Non basta il mio solo ringraziamento, ringraziamolo insieme: perché la sua misericordia possa continuare a fare nascere frutti di bene, anche da questo cumulo di miseria, che mi sento di essere, di fronte a Dio e di fronte al vostro amore.
Nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.